Galleria Gefängnis Le Carceri - mostre 2009
TESTO INTRODUTTIVO ALLA MOSTRA
Universalkode
Luce, suono, spazio, colore, forma di Stefano Cagol e Arthur Kostner
Pensando alla struttura classica della scultura che normalmente occupa, appoggiata su di un piedistallo, uno spazio definito tridimensionalmente, colpisce, nell'opera di Arthur Kostner, il fatto che i materiali levigati, piegati e dipinti siano collocati come a trattenere un respiro, un soffio leggero.
Lo sguardo è sospeso nell'attimo dell'osservazione e segue i limiti dell'opera per scolpire il suo profilo. Non è dunque la massa tradizionale della materia scolpita, a volte leggera, a volte appesantita, che Kostner cerca nelle sue composizioni. A partire degli anni Ottanta, l'artista alterna lavori di grandi dimensioni ad altri più ridotti per indagare le forme dello spazio.
Tralascia la dimensione narrativa in favore di una definizione plastica della materia. C`è un sapiente lavoro per rendere unica la materia. Partito dalla congiunzione di legni trattati verso una resa pittorica dove l'oggetto alternava il proprio essere riconoscibile tra pittura e scultura, ora Kostner addomestica legni e metalli affinché prendano la forma dell'ambiente. Colori puri e linee nette sono le caratteristiche delle sculture che sembrano affermare uno spazio la cui espansione è illimitata.
La contrapposizione spaziale e cromatica dell'artista con le strette e austere celle dell'ex carcere, conducono ad una dialettica ricca di contrasti tra le sculture “minimaliste”, da un lato, e un ambiente impregnato di storia, storie e emozioni, dall'altro, che colpiscono e inducono alla riflessione.
Nelle sue installazioni, azioni, fotografie e video, Stefano Cagol si confronta con tematiche socio-politiche sottolineando il veloce cambiamento dei sistemi di valori e dei punti di potere nel momento attuale. Le sue fotografie o video non parlano di momenti e situazioni straordinari, usa infatti termini e temi di dominio comune per svelare nuovi messaggi e punti di vista spostati, lasciati però volutamente sospesi tra significati familiari e significati nuovi, positivo e negativo, aperti quindi all'interpretazione dell'osservatore.
Nel progetto per la galleria Stefano Cagol affronta l'idea di libertà individuale e libertà collettiva attraverso l'uso di codici universali come il codice Morse, con la sua ambiguità tra segretezza e apertura alla decodificazione, e col suo valore sovralinguistico nello specifico contesto del confine tra cultura italiana e cultura tedesca.
Questa ricerca s'inserisce in una recente serie di opere. Ci sono, ad esempio, “Un-secret Signals” presso la Petrin Tower concepito per l'anniversario della Primavera di Praga e “Unable to manage conflicts and shocks” realizzato alla Hoet Bekaert Gallery di Ghent per le quali Cagol trasmette informazioni con l'uso mirato di luci e suoni.